Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
Autore:
Philip K. DickIl romanzo che ha ispirato il film Blade Runner.
Nel 1992 San Francisco è popolata da superstiti, dopo che l'Ultima Guerra Mondiale ha desertificato la Terra. I sopravvissuti possono emigrare su Marte o rimanere sulla Terra. Chi ha scelto di rimanere (i 'normali') e chi è stato costretto a farlo da una mutazione genetica (gli 'speciali') sogna di possedere un animale vivente, una rarità in un mondo popolato da copie elettriche davvero realistiche di pecore, cavalli, gatti, civette...
L'uomo è stato replicato: gli androidi sono copie biologiche capaci di mimetizzarsi tra gli uomini grazie alla loro intelligenza superiore, nonostante la mancanza di empatia, e per questo sono considerati fuori legge sulla Terra. Rick Deckard, il protagonista, è un cacciatore di taglie, un poliziotto con l'incarico di 'ritirare', ovvero uccidere, gli androidi fuori legge, che arriva a chiedersi cosa sia davvero un essere umano...
''Una gioviale scossetta elettrica, trasmessa dalla sveglia automatica incorporata nel modulatore d'umore che si trovava vicino al letto svegliò Rick Deckard. ...Ora, nell'altro letto, anche Iran, sua moglie, dischiuse gli occhi grigi, tutt'altro che gioviali, sbattè le palpebre, quindi gemette e li richiuse.
'Hai programmato il tuo Penfield a volume troppo basso' le disse. 'Te lo alzo e ti sveglierai come si deve e...'
'Giù le mani dai miei programmi.' ... 'Non voglio svegliarmi.'
Lui sospirò... 'Digito il codice di quello che c'è sulla mia agenda per oggi.' Consultando il programma del 3 gennaio 1992, vide che gli si richiedeva un atteggiamento professionale, da uomo d'affari. ' ...
'La mia agenda per oggi prevede sei ore di depressione autoaccusatoria' disse Iran.
'Cosa? Perchè hai messo in programma una cosa del genere?' Andava contro le finalità del modulatore d'umore. 'Non sapevo neanche che si potesse programmare a quel modo' disse cupo.
'Me ne stavo qui seduta, un pomeriggio,' disse Iran...quando si è inserita quell'orribile pubblicità... Così per un minuto ho tolto l'audio. E così ho sentito il palazzo, questo edificio; gli...' Fece un gesto per indicare tutto intorno a sè.
'Appartamenti vuoti' completò la frase Rick...
... 'In quell'istante' continuò Iran '...ero d'umore 382... Benchè percepissi intellettualmente il vuoto, non lo sentivo. La prima reazione è stata quella di ringraziare il cielo perchè ci potevamo permettere un modulatore d'umore Penfield.
Ma poi mi sono resa conto di quanto fosse malsano percepire l'assenza di vita, non solo in questo palazzo ma ovunque, e non reagire; capisci? Credo di no. Ma questo veniva una volta considerato segno di malattia mentale; la chiamavano 'assenza di affetto adeguato'.
Così...mi sono messa alla tastiera del modulatore d'umore per fare qualche esperimento. Alla fine ho trovato la combinazione della disperazione'...'E così l'ho messa in agenda due volte al mese; ritengo sia un lasso di tempo ragionevole per disperarsi di tutto, di essere rimasti qui sulla Terra dopo che chiunque fosse sufficientemente sveglio è emigrato, non credi?'
'Ma in uno stato d'animo così' obiettò Rick 'finisce che ci rimani dentro, non digiti più un codice per uscirne. Una disperazione del genere, sulla realtà globale, si autoperpetua.'
'Io programmo un codice automatico per tre ore dopo' ribattè melliflua la moglie. 'Un 481. Consapevolezza delle molteplici possibilità che mi si aprono davanti nel futuro; nuova speranza che...'
...E così la distinzione tra esseri umani autentici e strutture umanoidi andava a farsi benedire. In quell' ascensore del museo, pensò, sono sceso con due creature, una umana e l' altra androide... e ho provato dei sentimenti esattamente contrari a quelli che ci si aspettava. A quelli che sono abituato a provare... a quelli che mi si richiede di provare."
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